Perchè tutti gli artisti vogliono un’etichetta discografica?

etichetta discografica

Sfatiamo subito il mito, l’etichetta non è più quella figura mitologica che investe sul tuo progetto, pagandoti le produzioni, la promozione, videoclip e qualsiasi altra attività promozionale. Bensì, quell’entità che oggi si appropria dei tuoi master e dei diritti di edizione e vuole il pacchetto già pronto dall’artista e spesso anche già con una sua fan base, sopratutto questa condizione vale per le major, devi costruirti il tuo percorso da solo e solo con le tue forze riuscire ad emergere, investendo il giusto e collaborando con le persone migliori e di fiducia.

Prendiamo un po’ questa bellissima definizione di etichetta discografica anche chiamata Label:

L’etichetta discografica non è altro che una “società” che si occupa della produzione, distribuzione e promozione dei propri artisti. Il nome deriva dal fatto che veniva stampata un’etichetta e posta al centro dei vinili. Quindi oggi distinguiamo di fatto in 3 categorie che sono:

  1. Le major ovvero le multinazionali che hanno il controllo su gran parte del mercato musicale mondiale;
  2. Le indipendenti che invece, si sono sviluppate circa negli anni 90 e inizialmente autoproducevano i propri artisti, oggi invece per lo più distribuiscono agevolando l’inserimento nelle playlist editoriali di spotify e questo è spesso dato dagli accordi tra la label e la distribuzione, e dal numero di artisti nel roster. Più artisti posseggono, quante più alte sono le probabilità di entrare nelle editoriali.
  3. In ultimo, vi sono le Vanity Label che sono etichette autogestite dagli artisti stessi e queste si sono sviluppate proprio per detenere quanto più possibile il controllo sui propri brani, come ad esempio la Ultimo Records. (sarete molto felici di leggere il nome di Ultimo su questo magazine, vero?)

Che cosa cercano davvero gli artisti da una LABEL e cosa si aspettano di ricevere?

Per gli artisti l’etichetta discografica è quell’entità che garantisce visibilità e crescita all’artista, ma realmente troppo spesso l’etichette stesse cercano artisti già rodati e con uno storico alle spalle che si sono creati e costruiti da soli.

E’ quindi quella realtà che deve dare delle garanzie all’artista e investire economicamente sul progetto perchè “se ci credi” l’etichetta deve “pagarti” e potenzialmente è così, ma questo discorso non vale per le etichette indipendenti, anche se voi puntate alla Major dove ci sono gli anticipi, ma sappiate che quegli anticipi troppo spesso sopratutto per gli emergenti sono gabbie più grandi di voi, che vivete nel mondo delle illusioni e degli illusionisti.

Cosa fa e cosa dovrebbe realmente pensare un artista di una etichetta

Il vero ruolo oggi di un’etichetta, è quello di sostenere il progetto, non tanto a livello economico, quanto nell’investire a livello di:

  1. forma mentis dell’artista, l’etichetta indipendente stessa sta mirando ad una tua crescita come realtà e credibilità, non per investire economicamente in un mondo in cui non puoi realmente monetizzare;
  2. pianificare la strategia migliore di uscita
  3. trovare i migliori collaboratori per seguire la tua immagine e il sound della tua musica per renderla quanto più unica possibile;
  4. Supportare l’artista nella gestione delle tue risorse economiche in modo da utilizzarle in modo efficace, spesso gli artisti non pensano al famoso RETURN OF INVESTIMENT.
  5. Avere una visione a lungo termine sul progetto artistico

Il ROI viene utilizzato per valutare la profittabilità di un investimento, dato che calcola il rendimento ottenuto in base al capitale investito.

Cari artisti smettere da oggi di pensare che una realtà esterna a voi possa salvare il vostro destino da musicisti e inizierete a mettervi di impegno e dedizione nel cercare le risorse necessarie allo scopo di mantenere il vostro progetto attivo e nel trovare i giusti collaboratori, anzichè spendere soldi in promozioni inutili che non vi portano assolutamente nessun risultato? Tutti sanno come promuovere il proprio brano ma nessuno che pensa realmente come monetizzarlo. E’ questo il vero VALUE GAP. Non sapere riconoscere e individuare strategie reali di promozione che possano portarti ad un ritorno dell’investimento che viene fatto in partenza dall’artista, perchè non ci si sforza nell’individuarle e quindi si cercano soluzioni esterne tipo il booking (che spesso a mala pena riesce a chiudere una data a rimborso spese), o in sponsor da etichette inesistenti. Quali soluzioni esistono? Se avete avuto qualche geniale idea per monetizzare fatecelo sapere nei commenti.

Se volete lavorare insieme a noi ed entrare nel nostro roster artisti e fare un percorso serio contattaci su roster@lamanageragency.it