Perchè pubblichiamo ancora in streaming nonostante il VALUE GAP?

Music Marketing il value gap

Vi spieghiamo da un punto di vista psicologico perchè gli artisti pubblicano musica nonostante il value gap.

Una breve definizione prima di arrivare al punto centrale e proporre varie ed eventuali soluzioni. Il Value Gap di fatto lo dice la parola stessa, è la distanza che vi è tra la distribuzione degli importi generati dagli ascolti in streaming, destinati ad artisti, label e produttori, in confronto a quelli che vengono trattenuti dalle piattaforme digitali che sono appunto di molto maggiori. Per intenderci ad oggi gli utenti abbonati a Spotify, quelli che pagano, sono 172 milioni. Fanno parte di quelli attivi ogni mese, dove dunque 209 milioni pagano sorbendosi la pubblicità, che in totale sono 381 milioni. Immaginatevi che fondamentalmente, questa piattaforma esiste soltanto perchè gli artisti pubblicano la loro musica in questa piattaforma, ed è come se in realtà detenesse la proprietà del 100% della musica mondiale, dato che, alla fine il fisico non vende più come 20 o 30 anni fa. Anche se nel 2021 il mercato è di nuovo incrementato (per quanto riguarda gli stati uniti), siamo ovviamente ben lontani dal record segnato nel 2000 quando sul mercato statunitense furono toccate quasi un miliardo di CD venduti, ma quanto accaduto può rappresentare un altro segnale di un revival della musica venduta su supporti fisici.

Per non parlare del buon vecchio e affascinante disco nero, il vinile, segna un costante aumento di vendite da oltre dieci anni, con 39,7 milioni di dischi venduti negli Stati Uniti nel 2021 e un fatturato di 1 miliardo di dollari. Se consideriamo quindi i supporti fisici nel loro insieme, si riscontra il primo aumento delle vendite dal 1996, in uno scenario che comunque è dominato dalla musica in streaming.

Forse le persone hanno capito il problema che attanaglia la musica oppure non ancora?

Forse è soltanto una fase nostalgica post pandemia. (se c’è un post pandemia, ma non siamo qui a parlare di politica e non ci interessa farlo) Diciamo che l’unica nota politica, resta nel fatto che, il Value Gap, da quando Spotify ha iniziato a prendersi il mercato musicale, è ancora una realtà.

Se pensiamo quindi che vi sono quasi 400 milioni di iscritti più varie aziende paganti per le pubblicità, spotify e che un artista viene pagato da spotify in media per ogni ascolto di circa 0,0043$, o detto in altro modo, circa 4,3 $ per 1000 ascolti (cioè 3,8 € circa). I ricavi Premium di Spotify sono, invece, cresciuti del 22% a 2,295 miliardi di euro, mentre il fatturato pubblicitario è salito del 40% raggiungendo i 394 milioni di euro (l’incremento è stato del 34% a tassi di cambio della valuta costanti) con una quota di circa il 15% sul giro d’affari complessivo del gruppo. (Dato aggiornato a Febbraio 2022) e considerato che ci sono circa 8 Milioni di artisti sulla piattaforma… diremmo che c’è davvero un bel Gap.

L’era del possesso sembrerebbe sempre più in declino,  il piacere di possedere un oggetto fisico, completo di copertine e libretti con i testi di brani, fotografie e disegni: sembra quasi un paradosso in un mondo in cui anche gli artisti si rivolgono sempre di più agli NFT e all’arte digitale in genere. Che forse, però, potrebbero essere una soluzione al noto Value Gap e proprio da questa problematica nasce oggi Brots una start up tutta Italiana che consente  l’acquisto di NFT musicali. un’opportunità per l’artista di poter sicuramente stabilire per proprio conto la cifra del suo brano e/o ep e per il fan per sentirsi esclusivo da più punti di vista.

Brots nft

Come definisce lo stesso co-founder Lorenc Miri:

“Penso che la nostra mission sia diversa da quella di alcune altre piattaforme perché ci preoccupiamo d’includere artisti e fan che non vivono il mondo delle cryptovalute. Investiamo nell’educazione e nella loro integrazione, nell’abbattere tutte le barriere tecnologiche ed economiche, rispetto a un modello di business volto principalmente a lucrare su poche vendite speculative effettuate dalle solite balene”, 

Tra le altre cose varie ed eventuali (oggi ci piace molto dirlo, chissà perchè), abbiamo firmato una partnership proprio in questi giorni con Brots e tutti gli artisti che vorranno, potranno sviluppare insieme a noi e Brots. le migliori strategie per la vendita e la fidelizzazione dei propri fan.

Ma perchè nonostante le problematiche sopracitate che dal 2012 ad oggi non son state ancora risolte, gli artisti stessi, non si sono ancora ribellati al sistema e continuano a dare da mangiare a queste aziende quotate in borsa (grazie a loro)? Quali sono i processi psicologici che ci stanno dietro?

euristica dell'ancoraggio perchè pubblichiamo ancora su spotify nonostante il value gap

Potremmo in questo caso parlare dell’Euristica dell’ancoraggio, per intenderci brevemente le euristiche sono procedimenti mentali intuitivi e sbrigativi, in pratica vere e proprie scorciatoie mentali, che permettono di costruire un’idea generica su un argomento senza effettuare troppi sforzi cognitivi. In pratica sono approssimazioni di stima, ragionamento e di calcolo che il nostro cervello automaticamente produce al fine di ridurre la complessità dei problemi.

Ecco, perchè, ancora oggi pubblichiamo solo sulle piattaforme in streaming: il nostro cervello non ha altri punti di riferimento oltre lo streaming e genera un giudizio basandosi sull’informazione più evidente e disponibile. L’ancoraggio è un meccanismo mentale automatico sul quale la nostra parte razionale non ha alcun potere, anche se è conscia del suo funzionamento. Alla fine è una scelta facile e con un basso rischio e il processo che ci porta a pubblicare la musica sulle piattaforme streaming nonostante il value gap.

Contattaci ora e fai decollare con noi la tua carriera musicale. (promo@lamanageragency.it)